Avete mai sentito parlare dei flessori dell’anca?

Avete mai sentito parlare dei flessori dell’anca, i muscoli che collegano la parte superiore alla parte inferiore del corpo e permettono la flessione della coscia sul bacino? 

Questi comprendono: l’ileopsoas, il sartorio, il retto femorale, il tensore della fascia lata, il pettineo, il gracile e l’adduttore grande, lungo e breve.

Rappresentano il motore del movimento del nostro corpo. Controllano l’equilibrio, la nostra capacità di stare seduti, in piedi, di piegarsi e di camminare.

Prendiamo in esame l’Ileopsoas: anatomia

Il muscolo grande psoas è fusiforme e prende origine dai corpi delle prime quattro vertebre lombari e dell’ultima toracica(T12).

I fasci muscolari decorrono parallelamente alle vertebre lombari, fino ad incontrare, nella fossa iliaca, i fasci del muscolo iliaco. Passa, quindi, sotto il legamento inguinale, occupando e convergendo in un robusto tendine che si inserisce nel piccolo trocantere del femore fondendosi con le fibre del muscolo Iliaco.

Il muscolo iliaco ha forma di ventaglio ed origina dalla fossa iliaca e dall’ala dell’osso sacro. I fasci muscolari passano al di sotto del legamento inguinale, andando ad inserirsi sul tendine del muscolo grande psoas e quindi sul piccolo trocantere del femore.

Thomas Myers, riferendosi alla linea profonda LPF, che comprende lo psoas, scrive che è adagiata tra il nostro “telaio” neuromotore e i più antichi organi di supporto cellulare che si trovano all’interno della cavità ventrale.

L’Ileopsoas: Funzioni
– stabilizza il tronco e la colonna vertebrale durante il movimento e la seduta
– permette di flettere i fianchi e le gambe verso il petto
– sostiene gli organi interni
– è collegato al diaframma e ci permette di camminare.

Oltre ad agire come flessore dell’anca, l’ileopsoas provvede anche al mantenimento della lordosi lombare e della cifosi toracica e a movimenti di flessione e flessione laterale del tronco.

Alcune discipline orientali si riferiscono a questo muscolo come muscolo dell’anima: incarna il desiderio di sopravvivenza, ha un’influenza diretta sulla risposta di lotta o fuga e si attiva in situazioni di pericolo e stress.

Se questo muscolo si irrigidisce, si indebolisce e perde in elasticità, compromette la funzionalita’ del nostro corpo, anche in assenza di particolari patologie.

Il dolore alla schiena o all’anca, durante il riposo o mentre si cammina, la sensazione di “fianchi che si bloccano”, ma anche problemi digestivi, circolatori, ansia, pigrizia nella quotidianità, difficoltà nelle esecuzioni di determinati esercizi in palestra…tutti possono rappresentare un campanello di allarme ed essere ricondotti alla tensione presente nei flessori dell’anca.

Se una di queste situazioni vi suona familiare, non preoccupatevi perché non siete i soli e ci sono le soluzioni!

Tenete presente che anche lo stare a lungo seduti, incide negativamente sulla salute del nostro ileopsoas e quindi sul nostro benessere generale.

SOLUZIONI?
È necessario utilizzare strategie multiple, ad esempio un lavoro Neuro-Mio-Fasciale, per lavorare il muscolo da diverse angolazioni con l’utilizzo di tecniche ed esercizi mirati:

– Esercizi di “on-off”
– Tecniche di stretching fasciale: Stretching dinamico, Stretching isometrico-dinamico, Stretching dinamico attivo.

Per ricreare l’elasticità dello psoas è necessario includere anche ESERCIZI DI STABILITÀ TRIDIMENSIONALE DEL CORE e ESERCIZI DI MOBILITÀ.

A proposito di stretching della Fascia, vi propongo un esercizio che agisce positivamente sull’ileopsoas e sulla mobilità dell’anca.

STILE MULINO A VENTO IN MEZZA INGINOCCHIATA
Assumete la posizione di mezza inginocchiata (piede sinistro e ginocchio destro in appoggio a terra), con le braccia aperte lateralmente al busto e il palmo della mano rivolto verso il basso.
Movimento
Inclinate il busto sul lato destro, sollevate il braccio sinistro lungo la testa e sfiorate con la mano destra il pavimento.
Lavorate su: Flessibilità ed elasticità di Linea Laterale / Linea Profonda Frontale, ileopsoas. Mobilità dell’anca.

Cambiate stimolo
Eseguite lo stesso movimento aggiungendo la rotazione del busto. Iniziate sollevando lo sterno (5°costola) verso l’alto e poi ruotate con il busto; avvicinate la mano destra in direzione del tallone destro, ritornate alla posizione di partenza e poi ruotate con il busto sul lato sinistro verso il tallone sinistro. Cercate di allungarvi e non di comprimervi: “create un’espansione”. Non dovete sentire tensioni nel tratto lombare; se così fosse, diminuite l’escursione e concentratevi sull’allungamento.

Prossimo appuntamento: Elasticità nella camminata o Camminata Funzionale